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Castelsaraceno

Castelsaraceno è un caratteristico comune in provincia di Potenza, che ricade contemporaneamente nel Parco Nazionale del Pollino e nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, con un grazioso centro storico adagiato su uno sperone roccioso a circa 900 metri di altitudine. Le case sono addossate le une alle altre e costruite sulla roccia che spesso diventa parte integrante dell’abitazione.

Vie ripide e tortuose, vicoli stretti e ciechi i segni di una struttura urbana medievale che ancora oggi è leggibile. Posseduto anticamente dal monastero di Sant’Angelo Raparo divenne in breve tempo un florido casale sotto la protezione degli Angioini. In seguito seguì le sorti di numerosi altri feudi passando da una famiglia all’altra, dai Carafa di Stigliano ai Sanseverino fino ai baroni Piccinni Leopardi.
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Il paese è circondato da un territorio dai panorami eccezionali, che ben si presta a gradevoli escursioni, con i boschi Favino e Coccaro popolati da un ricco patrimonio faunistico costituito da lepri, beccacce, quaglie e cinghiali. Castelsaraceno è caratterizzato da un patrimonio architettonico di pregevole pregio. Nel centro storico si erge la chiesa dello Spirito Santo, costruita nella metà del XVI secolo che rappresenta l’edificio religioso più interessante. Nel corso dei secoli ha subito numerosi rifacimenti che ne hanno alterato la struttura originaria. Oggi si presenta con una pianta a croce latina a tre navate con un’ampia cupola. La navata principale, più grande delle laterali ha una copertura piana, le due laterali coperte da volte a botte. All’interno custodisce oltre al pregevole polittico, composto dal Padre Eterno, S. Antonio e S. Leonardo realizzato nel seicento dal pittore Ippolito Borghese, anche un Crocifisso ligneo del XVIII secolo e la tela cinquecentesca raffigurante l’Annunciazione.
Nella piazza del Municipio è ubicato il Palazzo baronale, costruito nel XV secolo che conserva gli stemmi delle famiglie nobili che vi hanno abitato, dai Sanseverino ai Pignatelli. Fuori dal paese era localizzato il Convento dei Cappuccini, soppresso nel XIX secolo, caratterizzato da un chiostro centrale su cui si affacciavano i locali di servizio e il piano superiore con le celle dei frati. Di questa struttura ormai resta solo l’annessa chiesa dedicata a San Rocco.

La festa della ’Ndenna

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Il 19 giugno si celebra la festa di S. Antonio, patrono di Castelsaraceno. La festa religiosa con la tradizionale processione per le vie del centro abitato, è legata al rito pagano dell’ndenna e della cunocchia. L’antenna, un alto fusto di faggio, e la cunocchia, una cima di abete vengono uniti ed issati insieme come atto propiziatorio di fertilità e di buoni raccolti.

La festa si svolge le prime tre domeniche di giugno. La prima domenica viene scelto un albero dal bosco in località Favino, che diventerà l’ndenna.
La seconda viene scelto, tagliato e trasportato un pino che diventerà la "cunocchia", che sarà posta alla sommità dell’ndenna. Nell’ultima domenica di festa vengono quindi assemblate la cunocchia e l’ndenna.

Una volta issato il nuovo albero è il momento della raccolta dei "tacchetti" che sono listarelle di legno legati ai rami della cunocchia, su cui i fedeli del Santo scrivono le proprie offerte, quasi sempre rappresentate dai prodotti dei campi o degli allevamenti della zona. Subito dopo ha inizio la parte più spettacolare della festa in cui i più audaci di Castelsaraceno si cimentano nella scalata a mani nude. >> Guarda il video
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