5 luglio - 11 ottobre - Galleria Opera Arte e Arti - Via Ridola, 4 - Matera
Orari mostra: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 21.00. Chiusura festivi e lunedì. Tel: 0835 256473
Disegni, schizzi, tempere del grande maestro, Mimmo Rotella, sono esposte a Matera in una mostra personale fino all’ 11 ottobre prossimo, nella Galleria Opera Arte di Enrico Filippucci. Sessanta in tutto le opere su carta, in buona parte inedite, del periodo compreso tra il 1946 al 1950. L’esposizione, a cura di Alberto Fiz, realizzata in collaborazione con la Fondazione Mimmo Rotella e ideata da Piero Mascitti con il contributo scientifico di Chiara Spangaro, rappresenta un’occasione importante per analizzare la produzione giovanile del maestro che nel 1953 impose il décollage, il celebre strappo che rappresentò una vera e propria lacerazione del sistema formale aprendo nuovi varchi alla percezione e alla relazione tra arte e vita.
Mimmo Rotella: Opere su carta 1946-1950
"Il progetto della mostra Opere su Carta 1946-1950 - dichiara Enrico Filippucci - rappresenta una assoluta novità, mirata a sollecitare l’interesse di un pubblico di alto livello, con un occhio al territorio e nel tentativo di valorizzare il luogo oltre le tradizionali proposte, attraverso la progettazione culturale quale elemento di sviluppo e di crescita". In questa mostra si prende in esame il processo creativo che ha portato alla nascita del décollage proponendo, per la prima volta, disegni, schizzi, tempere, elaborati durante gli anni di formazione dove Rotella si impose per la sua vena sperimentale: "Alla mia arte - si legge in una nota dell’artista- sono arrivato attraverso tutte le esperienze. Giunto a Roma dipinsi diversi quadri in stile figurativo espressionista, surrealista, ed anche cubista; non ne fui mai contento. Poi pensai all’astrattismo geometrico".
Una rassegna che consente di ripercorrere l’ampio dibattito artistico sviluppato in Italia in un periodo di profonda trasformazione come quello della seconda metà degli anni Quaranta. A quell’epoca Rotella era già una figura di spicco come dimostrano gli stretti rapporti intercorsi tra lui e l’Art Club, l’associazione indipendente di artisti proveniente da diversi paesi del mondo che nel 1945 vide tra i suoi fondatori Enrico Prampolini. Nel 1949 Rotella venne invitato alla III Mostra annuale dell’Art Club alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e qualche mese dopo era presente a Palazzo Carignano di Torino alla I Mostra Internazionale dell’Art Club. Le sue ricerche astratte, insomma, s’imposero rapidamente all’attenzione degli osservatori più acuti nell’ambito di un’indagine dove, come afferma lui stesso nella sua autobiografia, non mancano riferimenti a Kandinsky e a Mondrian.
"Rotella - afferma Alberto Fiz nel suo saggio in catalogo - non è solo un ottimo disegnatore ma, sin dai suoi esordi, dimostra una capacità di analisi e di sintesi del segno che lo conduce verso un superamento degli aspetti formali a favore di una visione problematica dell’opera in base ad un atteggiamento che caratterizzerà tutta la sua ricerca". La sua prima mostra personale si svolse a Roma nel 1951 nella sede della galleria Chiurazzi e venne presentata in catalogo dagli amici artisti Piero Dorazio, Achille Perilli e Mino Guerrini. Dorazio - scriveva senza esitazioni "Rotella è uno dei nostri", mentre Perilli osservava come "il simbolo geometrico conservi oggi ancora carattere di poesia sì da poterlo usare senza alcun ricordo di ciò che realmente è nell’origine. Rotella si muove con sicurezza tra questi segni e sa raccoglierli in costellazioni". La mostra, accompagnata da un catalogo monografico pubblicato da Electa, consente di riflettere anche sulla prima esperienza americana di Rotella che dal settembre 1951 all’agosto 1952 si trovava alla Kansas City University con una borsa di studio della Fulbright Foundation. Qui realizzò il suo primo grande murale astratto sistemato nei saloni dell’università. L’opera ebbe un grande impatto tanto che il 9 marzo 1952 venne inaugurata una sua mostra personale alla William Rockhill Nelson Gallery of Art di Kansas City.
Si tratta, dunque, di un periodo particolarmente intenso della sua produzione rimasto spesso in ombra che oggi trova la sua giusta valorizzazione con questa mostra che rappresenta un importante contributo scientifico per comprendere, nella sua integrità, una figura fondamentale per l’arte italiana e internazionale come quella di Rotella.
Una rassegna che consente di ripercorrere l’ampio dibattito artistico sviluppato in Italia in un periodo di profonda trasformazione come quello della seconda metà degli anni Quaranta. A quell’epoca Rotella era già una figura di spicco come dimostrano gli stretti rapporti intercorsi tra lui e l’Art Club, l’associazione indipendente di artisti proveniente da diversi paesi del mondo che nel 1945 vide tra i suoi fondatori Enrico Prampolini. Nel 1949 Rotella venne invitato alla III Mostra annuale dell’Art Club alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e qualche mese dopo era presente a Palazzo Carignano di Torino alla I Mostra Internazionale dell’Art Club. Le sue ricerche astratte, insomma, s’imposero rapidamente all’attenzione degli osservatori più acuti nell’ambito di un’indagine dove, come afferma lui stesso nella sua autobiografia, non mancano riferimenti a Kandinsky e a Mondrian.
"Rotella - afferma Alberto Fiz nel suo saggio in catalogo - non è solo un ottimo disegnatore ma, sin dai suoi esordi, dimostra una capacità di analisi e di sintesi del segno che lo conduce verso un superamento degli aspetti formali a favore di una visione problematica dell’opera in base ad un atteggiamento che caratterizzerà tutta la sua ricerca". La sua prima mostra personale si svolse a Roma nel 1951 nella sede della galleria Chiurazzi e venne presentata in catalogo dagli amici artisti Piero Dorazio, Achille Perilli e Mino Guerrini. Dorazio - scriveva senza esitazioni "Rotella è uno dei nostri", mentre Perilli osservava come "il simbolo geometrico conservi oggi ancora carattere di poesia sì da poterlo usare senza alcun ricordo di ciò che realmente è nell’origine. Rotella si muove con sicurezza tra questi segni e sa raccoglierli in costellazioni". La mostra, accompagnata da un catalogo monografico pubblicato da Electa, consente di riflettere anche sulla prima esperienza americana di Rotella che dal settembre 1951 all’agosto 1952 si trovava alla Kansas City University con una borsa di studio della Fulbright Foundation. Qui realizzò il suo primo grande murale astratto sistemato nei saloni dell’università. L’opera ebbe un grande impatto tanto che il 9 marzo 1952 venne inaugurata una sua mostra personale alla William Rockhill Nelson Gallery of Art di Kansas City.
Si tratta, dunque, di un periodo particolarmente intenso della sua produzione rimasto spesso in ombra che oggi trova la sua giusta valorizzazione con questa mostra che rappresenta un importante contributo scientifico per comprendere, nella sua integrità, una figura fondamentale per l’arte italiana e internazionale come quella di Rotella.
Mimmo Rotella
Nasce a Catanzaro il 7 ottobre 1918.Studia arte a Napoli e nel 1944 ottiene il diploma all’Accademia di Belle Arti. Si trasferisce a Roma e lavora presso il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni come disegnatore.
Qui conduce ricerche ed esperimenti in varie direzioni dipingendo quadri figurativi e astratto-geometrici che presenterà per la prima volta nel 1951 nella sede della galleria Chiurazzi.
Nel 1949 inventa la poesia da lui definita epistaltica ispirandosi alle parollibere futuriste.
Nel 1951-52 é negli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio della " Fullbright Foundation " di Kansas City ricevuta dapprima come studente e poi come artista. Nel 1955 espone per la prima volta i suoi décollage che diventeranno il suo segno più celebre e riconoscibile nella mostra "Sette pittori sul Tevere" alle Zattere del Ciriola.
Nel 1961, su invito del critico francese Pierre Reastany, entra a far parte come unico artista italiano al movimento del Nouveau Réalisme insieme a Arman, Cesar, Deschamps, Dufrène, Hains, Klein, Raysse, Niki de Saint-Phalle , Spoerri, Tinguely e Villeglè.
Nel 1963 realizza le prime opere di arte meccanica ( Mec Art ) stampando immagini fotografiche su tela emulsionata e nel 1964 partecipa con una sala personale alla Biennale di Venezia.
Nel 1966 presenta per la prima volta nel foyer del teatro La Fenice di Venezia gli artypo prelevando direttamente dalla tipografia le prove di stampa utilizzate per gli avviamenti di macchina.
Nel 1970 inventa gli effacage (letteralmenete cancellazione) che s’impongono come superamento del frottage di origine surrealista e nel 1980 elabora i blanks (coperture), manifesti pubblicitari strappati e ricoperti con strisce monocrome per poi contaminare i suoi manifesti con le sovrapitture.
Nel 1992 riceve da parte del Ministro della Cultura francese, Jack Lang, il titolo di Officiel des arts et des Lettres e nel 1994 è invitato a partecipare alla mostra "Italian Metamorphosis" al Guggenheim di New York. Due anni dopo sarà tra i protagonista della rassegna "Face à l’Histoire" al Centre Pompidou di Parigi e nel 2001 Harald Szeemann lo invita alla Biennale di Venezia. Rotella muore a Milano nel gennaio 2006 all’età di 88 anni.
Rotella é tra i più significativi artisti italiani del novecento e le sue opere sono presenti nelle maggiori collezioni pubbliche italiane e internazionali. Sperimentatore instancabile, Rotella parte dagli stereotipi della cultura di massa per realizzare un progressivo svuotamento e viaggia nei labirinti dell’immagine eliminando qualunque punto di riferimento in una sfida costante alla percezione che può passare attraverso i décollage ma anche attraverso le altre infinite invenzioni linguistiche.
IL CATALOGO
Edizione: "Opere su carta", Electa, Milano.