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Lavori di restauro

Alcuni lavori di restauro realizzati da Gianna Iozzi
Dipinto Murale, Chiesa Madre di Maschito (PZ)
Questo dipinto murale del XX secolo non ha importanza artistica e stilistica, ma l’insieme scenografico lo rende interessante. Le immagini mostrano la pittura in avanzato stato di degrado. Il deterioramento ha determinato la perdita del colore su gran parte dell’area dipinta e il distacco dell’intonaco sull’arco absidale. Descrivere gli interventi di restauro richiederebbe una lunga dissertazione, meno efficace delle immagini in sequenza, come si vede nelle foto n. 2 e 3. La scelta dell’intervento ricostruttivo è stata fatta, per il carattere decorativo della pittura a moduli e figure. Il risultato finale è stato ottenuto, attraverso un sostanziale consolidamento delle pareti e superfici dipinte, indispensabile per intervenire cromaticamente.
  • Dipinto murale, prima del restauro
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Dipinto su tela, S. Girolamo, Chiesa Madre di Laurenzana (PZ)
Il dipinto di S. Girolamo databile intorno al XVII secolo, attraverso le immagini, si presta ad una descrizione completa e sintetica. E’ possibile vedere chiaramente, l’enorme risultato ottenuto, partendo da un dipinto su tela completamente compromesso dal degrado, attraverso le fasi del restauro, semplificate per necessità di chiarezza.
L’immagine n.1 mostra l’opera prima del restauro, nelle pessime condizioni in cui era al momento del rinvenimento, a seguito di un terremoto. La tela, nella seconda immagine appare velinata, un’operazione che garantisce la protezione della policromia che sarà recuperata.
La terza immagine, mostra il dipinto teso su un telaio metallico, svelinato, leggibile, ma lacunoso. La successiva mostra porzioni del dipinto pulite, una fase avanzata del restauro, e due immagini a confronto del particolare del volto del Santo, prima e dopo il ritocco pittorico. L’ ultima immagine è quella del restauro ultimato che ha compreso anche il montaggio del dipinto su un telaio in legno ad espansione. La ripresentazione estetica ha restituito al dipinto l’unità del testo, ma l’ obbiettivo principale del restauro, è quello di garantire la conservazione dell’opera.
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Crocifisso in legno policromo del primo quarto del XVI secolo

Si tratta di un Crocifisso in legno policromo di grandi dimensioni, di cui non ho dubbi nel dire che si è rivelato durante il restauro.
La prima immagine è quella dell’opera al momento della sua identificazione in laboratorio.
Uno smalto sintetico di colore giallo chiaro, in uso per dipingere porte, era stato utilizzato circa 30 anni prima dell’attuale restauro per ridipingere quest’opera di grande suggestione, rendendola piatta e tozza e riducendola ad un monocromo.
La seconda fotografia mostra un saggio di pulitura effettuato sulla coscia, saggio che è abbastanza grande da meritare una breve spiegazione. E’ stato rimosso lo smalto sintetico e si vede bene lo spessore della sovrapposizione, l’originale che emerge è molto rovinato, ma questa zona risulterà poi essere tra quelle conservate meglio. L’immagine successiva che è a colori è quasi una macro e mostra il pessimo stato di conservazione dell’opera d’arte. Si vede bene la mutilazione, lo spessore dello smalto sintetico sul dorso della mano, porzioni di legno a vista, la preparazione originale costituita di uno stucco ad olio di colore ocra chiara e corposi accumuli di ridipintura nelle pieghe della mano, dove il maestro aveva scolpito con perizia l’umanità.
La fotografia n.4 ribadisce il pessimo stato di conservazione della scultura e solo poche tracce di colore sui capelli, la barba, il rosso delle labbra e alcune sfumature impercettibili sul viso, ci hanno permesso di proseguire nell’opera di restauro. Grazie a quelle aree che conservavano tracce più consistenti di policroma originale, ci siamo avventurati in una ricostruzione estetica che ha restituito unità d’immagine all’opera d’arte molto amata tra i fedeli. Quest’opera per bellezza si annovera tra le opere d’arte.
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Scultura lignea, S. Francesco, Chiesa Madre di Laurenzana
La scultura in legno policromo è databile tra XVII e XVIII secolo. Questa, era staticamente compromessa a causa del distacco di parti di legno, come mostra la prima immagine. Il deterioramento di quest’ultimo aveva determinato il sollevamento della preparazione, con conseguenziale caduta di colore, come si vede nella seconda fotografia. Nella terza un saggio di pulitura, sul viso del Santo, mostra la differenza che c’è, tra la ridipintura e il suo incarnato originale. Nella fotografia n. 4, il particolare del busto si può mettere a confronto con l’immagine precedente e cogliere la differenza, che è frutto di un lungo lavoro di indagine e applicazione. Nella fotografia finale vediamo il manufatto a restauro ultimato.
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