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Le Chiese di Potenza

A Potenza vi sono importanti e pregevoli chiese ed edifici religiosi, molti presenti lungo un interessante percorso nel centro storico della città.

San Gerardo - Cattedrale

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In uno dei punti più alti della città, nel centro storico, è situata la Chiesa Cattedrale dedicata a San Gerardo patrono della città, un vescovo appartenente alla nobile famiglia piacentina La Porta, approdato in Lucania ai primi del 1100. Di fondazione molto antica, sorse sui resti di una basilica paleocristiana, fu ricostruita alla fine del XII secolo, quando i Normanni posero i centri del loro potere nelle città dotate di sede episcopale. La riedificazione della cattedrale potentina fu voluta nel 1197 dal vescovo Bartolomeo, in tale occasione la torre campanaria, prima ubicata a ridosso della cinta muraria, fu spostata sul lato destro del Duomo, dove ancora si trova. Alla fine del XVIII secolo, per volere del vescovo Andrea Ferrao, acquisì l’attuale aspetto neoclassico su progetto dell’architetto Antonio Magri allievo del Vanvitelli.
La Cattedrale odierna non conserva che poche tracce della struttura romanica, dedicata all’Assunta fino alla metà del XIII secolo, a seguito della radicale ristrutturazione settecentesca. Le antiche origini sono testimoniate dai resti di un mosaico policromo del V-VI secolo d.C. visibili sotto l’altare maggiore e da una epigrafe scritta con caratteri gotico-beneventani del vescovo Bartolomeo, murata sulla parete destra della navata, la quale conferma l’esistenza di un Duomo anteriore al 1200, dato che costui resse la diocesi potentina dal 1197 al 1206.

Oggi il prospetto, rivestito da lastre di pietra, è ripartito da lesene con capitelli su due ordini sottolineati da un ampio marcapiano, con lo stemma del vescovo Bonaventura Claverio inserito al centro del timpano del portale d’ingresso. La facciata termina con un timpano al cui interno è alloggiato il piccolo rosone forse ultimo residuo della chiesa più anticha del XIII secolo. A fianco alla possente mole del campanile su quattro livelli e coronato da una cuspide piramidale, è la porta laterale, aperta nella ricostruzione seguita al sisma del 1857, caratterizzata da un portale in pietra scolpita preceduto da un protiro con timpano sorretto da due colonne. La Cattedrale oggi ha un impianto a croce latina con navata unica e transetti disuguali, quello sinistro più profondo di quello destro. La navata, il transetto e la zona absidale sono state affrescate negli anni Trenta del secolo scorso dal pittore Mario Prayer secondo l’iconografia tipica della basiliche cristiane con episodi della storia biblica, figure di Patriarchi, Apostoli e Padri della Chiesa. Occupa il braccio destro del transetto la cappella dedicata a S. Gerardo in cui si ammira un altare di scuola napoletana in marmi policromi della prima metà del Settecento, nel cui paliotto un’urna contiene le reliquie del patrono. Al di sopra della mensa, all’interno di un’edicola impreziosita da elementi marmorei, è custodita la statua di S.Gerardo in legno policromo, rappresentato in trono nell’atto di benedire. La scultura, risalente al XV secolo, è stata restaurata nel 1880. Nel transetto sinistro è la cappella del SS. Sacramento con un pregevole altare in marmo policromo sovrastato da un prezioso ciborio in alabastro della fine del XVII secolo. Il paliotto dell’altare conserva l’urna contenente le reliquie della martire S. Guanuaria trasportate a Potenza dal vescovo De Torres nel 1645.

San Michele

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La chiesa di S. Michele, citata in un documento del 1178, è una delle poche che ha mantenuto inalterato il disegno architettonico originario, databile tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII secolo. Situata a pochissimi passi dalla centrale via Pretoria, in via Rosica, è un bel monumento d’arte romanica, dalle linee essenziali e severe. Si erge tra le vecchie case del borgo medioevale, nuda nella sua facciata principale in pietra viva squadrata e scandita da quattro lesene che segnano l’ampiezza della navata centrale, sopraelevata rispetto alle laterali. Il portale principale si presenta con doppio stipide con doppio arco a tutto sesto.
Gli spioventi delle navate laterali, i lati maggiori della navata centrale e e di della navata destra sono decorati da una sequenza di piccoli archetti. Al centro della parete destra si apre l’ingresso laterale caratterizzato da un portale in pietra decorato con un bassorilievo raffigurante una “Madonna con Bambino” nella sovrastente lunetta.

L’interno nella sua disarmante semplicità è a tre navate con tre absidi scandite da dodici pilastri quadrati che sorreggono archi a tutto sesto e conserva opere di eccezionale valore artistico. La bella tela con l’“Annunciazione” realizzata da Giovanni de Gregorio, detto il Pietrafesa nel 1612, e la “Madonna del Rosario e Misteri” del pittore potentino Antonio Stabile. Il dipinto diviso in due registri presenta nel superiore la Madonna con il Bambino che porge la corona del Rosario a San Domenico ed a San Tommaso d’Aquino; nel registro inferiore ci sono le quindici scene con la rappresentazione dei Misteri. La data di esecuzione va collocata nel 1576-‘77. Nella navata laterale destra gli affreschi raffiguranti la “Madonna con Bambino fra Santi” e “San Michele” attribuiti alla cerchia di Giovanni Luce. Addossato ad una parete della navata laterale sinistra è sistemato il pregevole altare ligneo di S. Antonio composto da una cimasa, da quattro dipinti laterali raffiguranti San Gerardo, San Francesco da Paola, San Vito e Sant’Ignazio e dalla nicchia centrale che ospita la scultura lignea di sant’Antonio del XVIII secolo. Questi dipinti forse erano parte di un polittico smembrato composto di un dipinto con la "Madonna del Carmine" del 1532 e di una predella con "Cristo e i dodici Apostoli", sempre conservati nella stessa chiesa ed attribuiti al Maestro di Barletta. Sull’altare maggiore è alloggiato un "Crocifisso" ligneo policromo di pregevole fattura opera di un ignoto meridionale. Infine si conserva la bella scultura lignea di "San Michele Arcangelo" opera di maestranze locali della prima metà del XVIII secolo.

S.S. Trinità

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Sempre nel centro storico, un’altra tappa fondamentale del tragitto alla scoperta dei luoghi sacri della città è la Chiesa della Santissima Trinità documentata già nell’XI secolo, anche se l’aspetto attuale è il frutto della ricostruzione avvenuta dopo il terremoto del 1857 che fece crollare quasi completamente l’antica chiesa. Possiamo farci un’idea abbastanza precisa della disposizione interna dell’edificio nel XVI secolo dai verbali delle Visite Pastorali, in quel periodo conservava ancora un impianto romanico a tre navate con presbiterio terminante in una o tre absidi, con cappelle aperte nelle navate minori. Dalle testimonianze del Viggiano e del Riviello, che videro l’edificio medievale, si apprende che la chiesa aveva copertura a capriate nella navata centrale e a crociere nelle navi laterali. L’unica parte supersite dell’originario impianto complesso è riconoscibile nei due registri residui del campanile. Oggi esternamente la chiesa si presenta come un edificio di gusto neoclassico con pareti in pietra a vista caratterizzata in facciata da un portale, inserito tra due nicchie vuote, e ritmata da lesene con basi e capitelli. Su via Pretoria si apre l’ingresso laterale il cui portale conserva, nella lunetta sovrastante, una tempera su tavola raffigurante l’“Annunciazione” di Antonio Stabile realizzata con la collaborazione di aiuti. L’opera proviene dal soppresso monastero potentino di S. Luca ed è di difficile datazione. L’interno, a navata unica con altari in marmi policromi del XVIII secolo, conserva decorazioni pittoriche parietali eseguite dal pittore Mario Prayer nel 1934 che rappresentano figure di apostoli e santi e l’acquasantiera del XVIII secolo in pietra calcarea, posta a lato dell’ingresso, opera di un ignoto lapicida. Nel braccio sinistro del transetto è alloggiato un olio su tela con la “Madonna di S. Luca” di pregevole fattura, proveniente sempre dal soppresso monastero di S. Luca firmato N. Cacciapuoti del 1738. Dello stesso autore napoletano anche la tela raffigurante l’”Immacolata”. Nella chiesa era custodita anche una “Madonna dei Mali” di Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa che dopo un accurato restauro oggi è conservata al Museo Provinciale di Potenza.

Edicola di San Gerardo

In piazza Matteotti è situata l’Edicola di S.Gerardo un piccolo tempietto in marmo che ospita al suo interno la statua di S. Gerardo, santo patrono della città di Potenza. L’edicola a pianta semicircolare chiusa sul retro, con cinque colonne scanalate coronate con capitelli a foglie, sarebbe stata ultimata nel 1865, stando all’epigrafe posta sulla lastra al lato destro del Santo, probabilmente dallo scultore potentino Antonio Busciolano. Essa riproduce la facciata di un edificio a cupola che veniva eretto nella piazza durante la festa del patrono e faceva da sfondo alle esibizioni della banda musicale.
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San Francesco

Nell’angolo destro di Piazza Mario Pagano si erge l’austero edificio della chiesa di San Francesco, realizzata nel 1274 come si legge nell’iscrizione alla base dell’archivolto che sorge sui resti di un preesistente oratorio protoromanico, di cui si conservano elementi decorativi in pietra inseriti nel muro sinistro esterno della chiesa. Nonostante i cospicui interventi quattro-cinquecenteschi, la fabbrica conserva ancora alcuni elementi di epoca angioina riscontrabili sia nell’impianto planimetrico, sia nelle tre monofore ogivali presenti sul fronte nord dell’aula, e nella finestra trilobata dell’abside, sia infine nei due ordini di finestre gotiche che sovrastano il primo registro del campanile. La facciata di pietra lavorata faccia a vista, cattura lo sguardo per il magnifico portale in pietra di stile catalano che incornicia le ante della porta in legno intagliato composto da otto formelle recanti motivi vegetali, suonatori e demoni datato 1499. Sul lato sinistro sotto il campanile cuspidato, articolato su quattro livelli con finestre gotiche, si conserva il portale in pietra calcarea che incornicia una porta lignea intagliata e traforata che da accesso all’ala superstite del chiostro cinquecentesco, fatto ricostruire nel ‘500 per iniziativa dei conti Guevara di Potenza. Questo è l’unico elemento dell’antico convento fondato nel 1265. L’interno della chiesa ha un impianto molto semplice, che ricorda lo stile essenziale delle chiese francescane, un’unica navata coperta a capriate lignee e terminante con l’abside. Di pregevole fattura è l’Icona della Madonna del Terremoto, un dipinto su tavola realizzato tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo molto vicina stilisticamente alle icone pugliesi. Sulla parete sinistra in una nicchia è alloggiato l’affresco raffigurante il Martirio di San Sebastiano, opera del celebre pittore lucano Giovanni Todisco, risalente alla metà del XVI secolo. Sulla parete destra della navata è addossato il monumento funebre di Donato de Grasis realizzato in pietra calcarea e datato 1534. Il defunto è disteso su un sarcofago mentre in alto, alloggiata in una lunetta, vi è la Madonna con Bambino tra due angeli inginocchiati. L’opera oltre al suo alto valore artistico è importante perché da uno spaccato sull’abbigliameno cinquecentesco tipico del ceto medio. Sempre lungo la parete destra si trovano i dipinti murali raffiguranti “Santa Chiara” e “San Francesco di Assisi” attribuiti a Nicola da Novi. La santa è in posizione frontale con il saio francescano ed un libro nella mano sinistra, nella fascia superiore c’è una decorazione dipinta con motivi geometrici. San Francesco è, in posizione eretta, a capo scoperto con il saio fermato in vita da un cordone ed un libro nella mano sinistra.

Cappella del Beato Banaventura

Non molto distante dalla cattedrale e sempre in prossimità di via Pretoria si trova la Cappella del beato Banaventura, un edificio in origine privato consacrato a luogo di culto agli inizi del secolo scorso. Qui nacque nel 1651 Carlo Antonio Gerardo Lavanca, meglio conosciuto col nome di frà Bartolomeo da Potenza, il sacerdote francescano beatificato nel 1775. La facciata della cappella è caratterizzata da un pregevole portale in pietra calcarea proveniente dal soppresso monastero di S. Luca. Il luogo di culto è costituito da un unico ambiente dove si conservano una tela raffigurante l’ultima Cena, tre tavole raffiguranti rispettivamente il Crocifisso, l’Addolorata e S. Giovanni opere di Mario Prayer a cui si devono anche le decorazioni delle volta con i quattro Evangelisti.

S. Maria del Sepolcro

Lasciando il centro storico e raggiungendo il rione di S. Maria, un tempo casale a nord del nucleo primordiale della città, si può visitare la pregevole chiesa di S. Maria del Sepolcro. Recenti ricerche propongono l’origine della chiesa collegata alle vicende dei Templari infatti, alcuni documenti attestano che agli inizi del XIV, presso l’attuale edificio sacro, vi era un casale di proprietà dell’ordine cavalleresco. La chiesa è preceduta da un portico a tre archi con basi, stipidi e archivolti in pietra. Entrando si ammira il portale principale sempre in pietra calcarea e ai due lati due stemmi uno francescano e l’altro nobiliare. Questo incornicia un pregevole portone ligneo del primo ‘500 realizzato con intagli a motivi floreali in riquadri geometrici. Nella parte superiore, delimitata da un costolone, è la lunetta contenente l’affresco della “Deposizione delle tre Marie”. La chiesa ha un impianto a navata unica con abside terminale ed una navata laterale sinistra aggiunta nel XVII, a tale intervento si deve anche il soffitto ligneo a cassettoni. Questo fu realizzato per volere del vescovo di Potenza, mons. Claverio che fece anche costruire, sulla parete destra della navata, l’altare del SS. Sacramento, una monumentale opera in stucco del 1656 firmata da Masillo de Faiella dove è conservata la reliquia con sangue di Cristo. Sulla stessa parete è alloggiato un bassorilievo lapideo con la “Madonna con Bambino e Angeli” opera attribuita allo scultore Antonio Francesco da Sicignano. L’opera proviene dalla chiesa parrocchiale di Noepoli e raffigura la Madonna in Trono che regge il Bambino sulle ginocchia, ai lati ci sono due angeli che sostengono un cuoio con fiori stampati. Tra le opere conservate nella chiesa vanno segnalate un olio su tela raffigurante la "Madonna delle Grazie con San Francesco d’Assisi e San Patrizio", attribuito al lucano Antonio Stabile del 1582, una tempera su tavola con l’ “Immacolata e i Ss. Francesco e Rocco" di Leonardo da Pistoia. Una terza opera è l’olio su tela con l’ "Adorazione dei Pastori" opera di Giovanni Ricca.
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